venerdì 18 novembre 2016

"Scarlet" di Marissa Meyer



Quando un po' di tempo fa lessi Cinder, primo volume delle tanto decantate Lunar Chronicles di Marissa Meyer, ne rimasi un po' delusa: se da una parte, infatti, la storia della giovane cyborg meccanica era ricca di spunti interessanti, dall'altra era troppo prevedibile, poco coinvolgente, e con personaggi e ambientazioni a mio parere non sufficientemente sviluppati. Ciononostante, decisi di voler dare una possibilità alle buone idee dell'autrice e mi ripromisi che avrei letto anche il secondo volume, Scarlet. Ebbene finalmente sono riuscita a leggerlo e devo confessare di non essermi affatto pentita della mia scelta. 
Di seguito ha inizio la recensione di Scarlet, ci tengo a precisare che conterrà numerosi spoiler da Cinder per cui, se non avete ancora letto il primo volume, vi consiglio di astenervi dalla lettura.



The fighter's pale eyes darted to Scarlet, and for a moment she sensed a connection between them.
Here they were, both outcasts. Unwanted. Crazy.

La fiaba in cui questa volta ci accompagna la Meyer è quella di Cappuccetto rosso, la celebre bambina che si addentra nel bosco per andare a trovare la nonnina ma che incappa invece nel lupo cattivo. Protagonista del volume è Scarlet Benoit, una giovane fanciulla francese dalla folta chioma scarlatta che vive e lavora con la nonna nella loro fattoria di Rieux. Un recente evento poco piacevole preoccupa però terribilmente la ragazza: la nonna è scomparsa ormai da qualche settimana e le ricerche non sembrano dare risultati incoraggianti. Sebbene la polizia decida di chiudere il caso come un episodio di fuga volontaria, Scarlet è convinta che nulla al mondo possa aver spinto sua nonna a un gesto del genere e che debba senza dubbio essere stata rapita. Nel frattempo la ragazza fa la conoscenza di Wolf, un affascinante quanto temibile lottatore di strada che per quanto sospetto si rivela essere l'unico in grado di aiutarla. I due partono così insieme alla ricerca della nonna di Scarlet mentre con l'avanzare dell'avventura iniziano a emergere sempre più informazioni sull'anziana signora Benoit che suggeriscono il suo essere invischiata in qualcosa di terribilmente grosso cui Scarlet fatica a credere e che fa crescere in lei il sospetto di non aver mai realmente conosciuto sua nonna. Nel frattempo, dall'altra parte del mondo, nella Repubblica Orientale, Cinder riesce a trovare una via di fuga e si mette in viaggio con il suo nuovo compagno di avventure: Carswell Thorne, un cadetto del corpo militare americano, arrestato per aver rubato una navicella spaziale. È proprio a bordo di Rampion, la navicella rubata e successivamente nascosta da Thorne, che i due si danno insieme alla fuga fino a quando Cinder deciderà di recarsi in Francia a incontrare una certa Michelle Benoit che sembrerebbe essere in possesso di informazioni per lei molto importanti.

Scarlet riprende pertanto la storia di Cinder da dove l'avevamo lasciata nel primo libro affiancandole una nuova protagonista con il suo dramma e la sua storia che finirà presto per incrociarsi con quella della fuggitiva cyborg, nonché Principessa, lunare. Tematiche sociali portanti del primo volume – quali l'esclusione del diverso e la manipolazione delle masse – passano qui in secondo piano per lasciare maggior spazio alla storia vera e propria che entra finalmente nel pieno dell'azione facendosi più complessa e coinvolgente – e portando con sé nuove interessanti tematiche, su tutte quella della fiducia. Scarlet è senza dubbio qualitativamente superiore a Cinder e mostra un'indiscussa evoluzione stilistica e narrativa della sua autrice che non ho potuto fare a meno di apprezzare.

Frowning, Scarlet squinted down the double barrels. If he was lying, then this was one of the men who had taken her grandmother from her. He was cruel. He was evil. He deserved a bullet between his eyes.
But he was her only lead.

Innanzitutto, una nota di merito va ai nuovi protagonisti della serie: ho trovato Scarlet e Wolf di gran lunga più interessanti di Cinder e Kai. Non sono più personaggi bidimensionali che si muovono in uno spazio astratto ma, nonostante sia sempre presente una certa tendenza a sacrificare l'introspezione psicologica in favore dell'azione, sono figure ben più delineate, con le proprie luci e ombre e uno spessore che spinge il lettore a una maggiore immedesimazione e a interrogarsi sul loro carattere e la loro natura. Il coraggio di Scarlet e l'aura di mistero che avvolge Wolf – temibile e allo stesso tempo rassicurante, ambiguo e al contempo attraente – ne fanno due personaggi appassionanti e intriganti che inducono il lettore a seguire con affetto e curiosità la loro storia (che tradotto in termini meno sofisticati si può anche leggere: *coff* li shippo tantissimo!!! *coff*). L'atmosfera che si respira attorno ai due personaggi rimanda moltissimo a quella della fiaba originale con quella ingenua accondiscendenza avvolta in una costante sensazione di pericolo, ma allo stesso tempo apre il lettore a una nuova storia che – differentemente dal primo volume – si rivela più originale e coinvolgente e meno prevedibile.

All Cinder had ever wanted was freedom. Freedom from her stepmother and her overbearing rules. Freedom from a life of constant work with nothing to show for it. Freedom from the sneers and hateful words of strangers who didn't trust the cyborg girl who was too strong and too smart and too freakishly good with machines to ever be normal.
Now she had her freedom – but it wasn't anything like she'd envisioned.

Il personaggio di Cinder, già conosciuto nel libro omonimo, pur essendo quello della protagonista rimane invece a mio parere più anonimo. Anche nei suoi riguardi si nota tuttavia una maggiore attenzione alla caratterizzazione data in parte da una più sviluppata introspezione psicologica e in parte da un'evoluzione della sua storia che la porta finalmente a prendere le distanze dal limitato mondo "Cenerentoliano" in cui l'abbiamo vista nascere per muoversi finalmente in una narrazione indipendente e, si spera, più originale. Ma il personaggio che, a mio parere, merita il maggior riconoscimento è quello di Thorne: così autocompiaciuto e pieno di sé da assumere i panni del giullare della compagnia, una sorta di versione simpatica del professor Gilderoy Lockhart (Allock nell'edizione italiana) in Harry Potter e la camera dei segreti.

Come dicevo, ho trovato Scarlet molto meno prevedibile e decisamente più coinvolgente rispetto a Cinder, il che denota un evidente miglioramento nello stile narrativo dell'autrice. I colpi di scena, del tutto inesistenti in quest'ultimo, in Scarlet trovano finalmente un loro spazio con il piacevole risultato di rendere la lettura più interessante e in grado di portare a segno quello che dovrebbe l'obiettivo primario di una storia: intrattenere, emozionare e sorprendere il lettore. Anche per quanto riguarda le ambientazioni, che in Cinder avevo trovato scarse affermando che "l’ambientazione è intuibile ma non prende mai chiaramente forma nel corso della narrazione, lasciandoti nella mente immagini di personaggi che sembrano muoversi nel vuoto" (auto-cit.) in questo secondo volume, seppur prive di descrizioni sufficientemente dettagliate, vanno affermandosi più nitidamente. Il risultato complessivo è pertanto quello di un buon libro, dalla storia avvincente, ben strutturato e con personaggi interessanti che – pur necessitando ancora di qualche miglioramento – vede una Meyer molto più matura di quella che ci si era presentata in precedenza, un'autrice che può continuare a migliorare e che dimostra di essere ben determinata a farlo.

Questa serie mi disorienta. Da una parte mi si para davanti come il più classico esempio di young adult del XXI secolo con tutte le sue debolezze e leggerezze, e la sostanziale mancanza del pathos, della profondità e della poesia che caratterizzano le opere che di solito tendo ad amare maggiormente; dall'altra, c'è qualcosa in essa – forse proprio il potere disarmante delle fiabe – che mi attira inesorabilmente e mi rende impossibile abbandonarla. Non si tratta certo di un'opera di grande letteratura, ma trovo che con Scarlet la Meyer sia riuscita ad elevare notevolmente la qualità del suo lavoro che, come mi auguravo ma non credevo possibile con Cinder, ha ora forse buone probabilità di diventare un'ottima serie. Non riesco a dare un giudizio concreto su questa saga, mi trovo sempre tentennante, ma posso dire con certezza che questo secondo volume mi ha a tutti gli effetti convinta a portarne a termine la lettura.

4 commenti:

  1. La mia esperienza con questa serie è molto simile alla tua: il primo non mi aveva convinto un granché e non mi era piaciuto particolarmente, ma avevo deciso di dare comunque una seconda occasione alla serie, prima di abbandonarla brutalmente e con Scarlet le cose mi erano andate molto meglio. Non posso dire di aver amato il libro alla follia, ma mi è piaciuto molto più del primo. Anche se l'ho letto un anno fa e da allora non ho più letto altro. Ma so che, prima o poi, leggerò anche il terzo :)

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    1. Sì, anch'io non l'ho amato alla follia ma tutto sommato la trovo una serie interessante quindi sono decisa a leggere anche gli altri due (anche perché, a meno che non mi facciano proprio schifo, odio lasciare le serie a metà). Speriamo continui a migliorare :)

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  2. Anch'io avevo notato un netto miglioramento con Scarlet, sebbene continui a preferire Cinder come protagonista (Kai lo ODIO, è noiosissimoxD). Non sono poi andata avanti, non ero abbastanza motivata, ma ora ho aderito a un gruppo di lettura apposito, che partirà nel 2017, e così con la scusa riprenderò e concluderò la saga, sperando che la Mondadori ci porti anche l'ultimo volume.

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    1. In molti amano Cinder ma io continuo a non figurarmela, e di conseguenza non mi dice molto. Kai invece è PESANTE, all'inizio mi faceva tenerezza ora inizio a non sopportarlo più nemmeno io.
      Interessante il gruppo di lettura, non ho mai partecipato a uno. Comunque i due libri che seguono li ho già comprati così sarò obbligata a leggerli XD

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