giovedì 24 novembre 2016

"L'Abbazia di Northanger" di Jane Austen



L'Abbazia di Northanger è il primo romanzo completato in età giovanile da Jane Austen ma che, per via di un cambiamento di rotta della casa editrice che si era incaricata di pubblicarlo, rimase a lungo nell'ombra per vedere finalmente la luce solo in seguito alla morte dell'autrice, nel 1817.
Amo follemente tutti i libri della Austen che ho letto finora, l'ho sempre trovata un'autrice brillante (e come negarlo!) ed estremamente intelligente che ha saputo raccontare con acume e ironia storie di tutti i giorni della media borghesia inglese, arricchendo di attrattiva episodi che in mano ad autrici non altrettanto perspicaci avrebbero rischiato di passare per banali ed eccessivamente sdolcinati. L'abbazia di Northanger è probabilmente il meno apprezzato di tutti i libri della Austen ma, a mio parere, forse anche il meno capito tanto da finire spesso con l'essere fin troppo sottovalutato. Personalmente, ho adorato questa lettura dalla prima all'ultima pagina e spero con la mia recensione di poterle rendere almeno in parte giustizia.



Chi non prova godimento nella lettura dei romanzi – sia esso uomo o donna – deve essere intollerabilmente stupido.

La giovane Catherine Morland accetta l'invito dei vicini di casa, i coniugi Allen, a recarsi con loro a Bath, occasione che segnerà per lei l'ingresso ufficiale nella società. Qui la ragazza ha la possibilità di fare numerose nuove conoscenze tra le quali spiccano, da una parte, i fratelli Thorne e, dall'altra, i fratelli Tilney. L'insorgere di un amore nei confronti di Henry Tilney e di una profonda amicizia nei confronti della di lui sorella porteranno Catherine a seguirli per un periodo – sotto invito del padre di Henry – nella loro dimora presso l'abbazia di Northanger dove le fantasie della ragazza, da sempre grande appassionata di romanzi gotici, inizieranno a prendere vita. I romanzi non appartengono però al mondo della realtà e Catherine se ne renderà conto non appena le sue convinzioni inizieranno a sgretolarsi.


L'abbazia di Northanger è senza dubbio un romanzo più immaturo rispetto a capolavori dell'autrice quali Emma e Orgoglio e pregiudizio, tuttavia presenta alcuni tratti tipici della sua narrativa che diventeranno una costante delle sue storie: su tutte, le fedeli, seppure ironiche, descrizioni della media borghesia del tempo.

Chi l'avesse conosciuta nella prima infanzia non avrebbe certo pensato che Catherine Morland era nata per diventare un'eroina. L'ambiente in cui viveva, il carattere del padre e della madre, la sua stessa persona e le attitudini, tutto era concordemente contro di lei.

La protagonista, Catherine, è invece il primo e il più evidente elemento di distacco tra questa e le opere successive della Austen, e la sua diversità – anche se all'epoca in cui il romanzo fu scritto non era ancora prevedibile – è messa in bella mostra già dalle prime righe del testo. Come Emma o Elizabeth, Catherine è una giovane donna piacevole ma un po' ingenua, che matura nel corso nell'opera fino a rendersi conto dei propri errori e imboccare la retta via. Tuttavia, differentemente da queste, non è una donna forte, istruita e particolarmente intelligente. Catherine è infatti descritta come un'anti-eroina: impacciata, ignorante delle cose del mondo, con la mente impregnata delle storie lette nei romanzi gotici che tanto ama e che sono il solo strumento a sua disposizione per conoscere e giudicare fatti e persone.

La storia all'interno della quale si muove sembra essere composta di due parti ben distinte: la prima ha luogo a Bath, dove Catherine entra per la prima volta in contatto con la borghesia inglese e fa la conoscenza dei suoi nuovi amici; la seconda si svolge invece all'abbazia di Northanger, da cui il titolo, dove Catherine si trova immersa nell'atmosfera al contempo eccitante e spaventosa che pervade i romanzi gotici.
E proprio i romanzi sono il secondo grande protagonista di questa storia.

"E che cosa leggete, signorina...?" "Oh! Non è che un romanzo!" replica la giovanetta, lasciando cadere il libro con indifferenza ricercata o con momentanea vergogna. "È Cecilia, o Camilla, o Belinda" o, per farla breve, non è che un'opera nella quale sono prodigate le più belle facoltà dello spirito e che offre al mondo, in un linguaggio scelto, la più completa conoscenza della natura umana, la più felice descrizione delle sue varietà, le più vive manifestazioni di spirito e di brio.

La letteratura è infatti un tema centrale che da una parte fa muovere la protagonista in un mondo a lei ancora sconosciuto e, dall'altra, è ripetutamente e continuamente discusso all'interno dell'opera. Più volte, infatti, Catherine si trova a parlare di libri con gli amici, a volte decantando le lodi di questa o quella lettura, altre dibattendo sull'importanza e il ruolo stesso del romanzo. Non è probabilmente un caso che i due pretendenti di Catherine abbiano idee ben distinte sul romanzo e con ogni probabilità la scelta sentimentale della protagonista mira a riflettere proprio l'opinione dell'autrice in merito.
Ma quello che alla Austen sembra stare più a cuore è l'influenza esercitata dai romanzi sull'esistenza dei singoli individui, questione che porta in primo piano mediante una brillante parodia del romanzo romantico – nella prima parte – e di quello gotico – nella seconda – in cui la sua protagonista diventa un'eroina apparente per poi essere smentita e umiliata non appena è costretta a tornare con i piedi per terra e fare i conti con la realtà. La storia diventa quindi un continuo dialogo tra realtà e fantasia, mondo reale e letteratura, che si concretizza nel personaggio stesso di Catherine, al contempo eroina e anti-eroina.



L'abbazia di Northanger è a mio parere un romanzo molto ben fatto, seppure a tratti un po' acerbo, che anticipa i più grandi capolavori della Austen ma che, al contempo, è in grado di spingersi in una direzione completamente differente che ha il compito di mettere in discussione lo strumento stesso attraverso il quale l'autrice espone il proprio punto di vista. Ho amato questo libro ma, nonostante costituisca un pezzo fondamentale per libreria di ogni fan che si rispetti, non lo consiglierei mai come opera di partenza per conoscere il lavoro della somma Jane Austen, compito che affiderei piuttosto al classico Orgoglio e pregiudizio. Nondimeno, reputo quest'opera veramente ben riuscita e un ottimo pezzo di letteratura degno di figurare sullo scaffale di ogni amante dei classici.




10 commenti:

  1. Anni fa divorai tutta l'opera della Austen e sarebbe ora di riprenderla perchè, a parte alcuni romanzi, non li ho più ripresi. Ricordo anch'io una certa immaturità in Northanger Abbey. In generale non mi era dispiaciuto, ma sento da tempo il desiderio di rileggerlo con occhi più maturi.

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    1. A me alcuni suoi romanzi rimangono ancora, ma in generale ho adorato tutto quello che ho letto :) L'Abbazia di Northanger è in effetti più immaturo rispetto agli altri ma mi è comunque piaciuto molto e trovo che a volte sia un pochino sottovalutato.

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  2. Mai letto, non ancora. Mi piace l'aspetto "gotico" di questo romanzo che anticipa i grandi successi della Austen.

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    1. A me è piaciuto moltissimo, anche se non sembra essere l'opinione di tutti. Non lo definirei certo una delle opere più rappresentative della Austen ma a mio parere è comunque una piacevolissima letture con idee molto interessanti. Personalmente ho adorato la seconda parte del romanzo!

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  3. Ciao, complimenti per la recensione :) Di Jane Austen ho letto solo Emma e ne rimasi affascinata. Prima di cimentarmi con L'abbazia di Northanger (che ho sul Kindle da un po' in attesa) è obbligatorio però (come consigli anche tu) che io legga Orgoglio e pregiudizio, ma in generale, anche se ho letto solo un libro), posso già classificare la Austen come una delle mie autrici preferite, il suo stile è unico!
    Buon fine settimana!

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    1. Orgoglio e pregiudizio è un must, e te lo consiglio decisamente prima di leggere Northanger Abbey :) a me è piaciuto moltissimo anche Persuasione! Comunque anch'io mi sono innamorata della Austen alla prima lettura: temevo raccontasse solo semplici storie di borgesia inglese (che in ogni caso mi sarebbero piaciute) e invece trovo i suoi romanzi estremamente intelligenti.

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  4. Ho letto solo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen e credo sia impossibile non rimanerne affascinati. Questo sembra altrettanto interessante :)

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    1. Ciao e grazie per essere passata dal mio blog :) Orgoglio e pregiudizio è stato anche il mio primo, subito seguito da Emma e Persuasione. Se ne hai la possibilità leggili che meritano parecchio!

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  5. Ciao Mami, non conoscevo il tuo blog, ci sono capitata quasi per caso e ne sono felicissima perché mi piace molto qui! Già ad un primo rapido sguardo ho notato parecchie letture comuni quindi non c'è dubbio che da ora ti seguirò con interesse.
    La Austen è senza dubbio una delle mie scrittrici preferite di tutti i tempi e mi fa piacere, finalmente, trovare qualcuno che non scredita Northanger Abbey! L'ho letto tanti anni fa e l'ho trovato leggero, divertente, coinvolgente. Ovvio che non è all'altezza di capolavori successivi ma se si pensa che fu scritto da una Jane ancora giovanissima ed alle prime armi non si può che ammirare l'intelligenza e l'arguzia già presenti nelle pagine del romanzo.
    È stata una soddisfazione leggere questo tuo commento :)

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    1. Ciao e grazie per essere passata dal mio blog :) Sono passata dal tuo e mi è piaciuto molto, e soprattutto ho notato che oltre alle letture abbiamo molte altre cose in comune :)
      NOrthanger Abbey secondo me è molto sottovalutato: sicuramente non gode della maturità di opere successive ma personalmente l'ho trovato molto carino e divertente. Sono felice che anche a te sia piaciuto :)

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