sabato 22 ottobre 2016

"La piccola principessa" di Frances Hodgson Burnett


Credo che scegliere da adulti di riprendere in mano un libro della propria infanzia rappresenti un po' un'arma a doppio taglio. Se da una parte ha infatti il vantaggio di riportarci indietro nel tempo e farci rivivere emozioni nostalgiche di un lontano passato; dall'altra, rischia di lasciarci con un'amara delusione dovuta a una inevitabile lettura più critica e consapevole che potrebbe rovinare la magia dei ricordi.
Onestamente non ricordo se mai ho letto La piccola principessa in passato, ma so per certo di aver visto innumerevoli volte il film del 1995 così come la serie animata. Entrambe le trasposizioni, ma soprattutto il film, rimangono un piacevolissimo ricordo della mia infanzia e mi tornano ancora in mente come fossero ieri le serate trascorse sul letto dei miei genitori a godermi questa dolcissima fiaba.


Una scena dal film del 1995.

Ermengarda guardò prima Sara, poi la bambola, poi di nuovo la compagna. – Cammina? – chiese allibita. – Sì. Almeno, io ci credo. O meglio, faccio finta di crederci, e questo mi basta perché sembri vero. Tu non fingi mai di credere a qualcosa?

Nata in India dove, orfana di madre, ha trascorso l'infanzia al fianco del suo adorato papà, Sara Crewe arriva a Londra dove il padre ha intenzione di affidarla a un istituto che si prenda cura di lei e le impartisca la più rinomata educazione. Il padre di Sara – un capitano dell'esercito inglese – è un uomo molto ricco che ama viziare la figlia con costosissimi regali e Miss Minchin, direttrice dell'istituto, per non perdere un tanto prezioso cliente offre alla bambina la stanza più bella dell'istituto e le concede ogni possibile privilegio. Sara non è solo ricca e graziosa, ma anche una bambina molto intelligente e matura, con una perfetta conoscenza del francese, educata e dai modi raffinati. Questa evidente superiorità nei confronti delle altre bambine non la rende tuttavia altezzosa: al contrario, Sara sa anche essere estremamente gentile e comprensiva, e ha una naturale predisposizione a preoccuparsi e offrire il proprio aiuto alle persone meno fortunate. Viene da sé che questa sua amabilità, la ricchezza di cui si circonda e l'incredibile talento della bambina nell'inventare e raccontare meravigliose storie ne fanno subito l'idolo delle sue compagne e poco tempo trascorre dal suo arrivo che tutte iniziano a chiamarla "principessa". Questo periodo non dura però a lungo e il sogno principesco di Sara si spezza quando giunge la notizia della morte di suo padre. La perfida e calcolatrice Miss Minchin, trovandosi con la bambina a carico e non avendo più alcun interesse nell'assecondarla, la costringe così a trasferirsi in soffitta e iniziare a lavorare come una piccola serva. Da questo momento in poi la vita non riserverà a Sara altro che sofferenza e difficoltà che la bambina riuscirà a sopportare solo grazie al suo innato ottimismo e alle sue fantasie senza fine.

Osservando l'espressione terrorizzata di quel visetto sporco di carbone, Sara provò tanta compassione che le si strinse il cuore. Uno dei suoi soliti, bizzarri pensieri le attraversò la mente, e si avvicinò a Becky per accarezzarle una guancia, dicendole: – Noi siamo uguali, sai. Io sono una bambina come te, ed è solo per un accidente che io non sono al tuo posto e tu non sei al mio.

La mia lettura de La piccola principessa, devo ammetterlo, è iniziata fin da subito con non poche riserve. Ho trovato decisamente disturbanti i continui elogi che l'autrice riserva alla sua giovane protagonista: Sara viene descritta come fin troppo perfetta al punto da non apparire nemmeno umana e minando così la credibilità del personaggio e la possibilità di immedesimazione da parte del lettore. Questa tendenza risulta essere particolarmente eccessiva in un particolare passaggio che vede Sara alle prese con una lettera da inviare al padre, e tutto quello che potevo pensare leggendola era che una bambina di dieci anni non potrebbe mai scrivere in quel modo. Sarò sincera, dopo aver letto questo passaggio mi sono trovata a un passo dall'abbandonare la lettura. Ciononostante, qualcosa alla fine mi ha comunque convinta a continuare e ne sono contenta.

L'anime de La piccola principessa, giunto in Italia con il titolo Lovely Sara.

Ci troviamo difronte a una di quelle storie create per far sognare le bambine ed essere al contempo educative, l'idealizzazione della protagonista è probabilmente una prerogativa necessaria, ma sono felice che questo ardore nei suoi confronti si sia leggermente smorzato con il progredire della narrazione. In seguito alla degradazione sociale il personaggio di Sara si fa infatti più credibile, più umano e meno "supereroe". Nonostante la bambina rimanga sempre inverosimilmente intelligente, gentile e magnanima, iniziano a emergere anche alcune piccole debolezze che la rendono più avvicinabile e – per certi versi – apprezzabile. Per il resto, i fatti che seguono sono quelli che conosciamo tutti (ma che non citerò in caso qualcuno non conosca o non ricordi la storia) e Sara non verrà comunque mai meno al suo carattere fantasioso e altruista.

"In ogni caso, – si disse, – c'è qualcosa che non potranno mai cambiare. Se sono una principessa con questi stracci addosso, posso esserlo anche in fondo al cuore. Sarebbe facile essere una principessa se avessi vestiti eleganti e costosi, ma esserlo sempre dentro di me, all'insaputa di tutti, è un trionfo ancor più grande."

Due sono i messaggi di cui si fa portatrice questa tenera storia: da una parte, invita le bambine a essere sempre gentili e comprensive nei confronti degli altri perché essere buone un giorno di certo le ripagherà; dall'altra, le incoraggia a essere sempre positive, a trovare sempre il bello in ogni situazione e a non smettere mai di sognare e affidarsi alla fantasia perché queste sono le chiavi della felicità. La storia è ovviamente profondamente idealizzata e tocca per certi aspetti le vette della fiaba, ma dopotutto le fiabe rimangono per i bambini alcune tra le più allettanti attrattive e uno dei principali strumenti educativi, per cui la scelta stilistica della Burnett non è certamente da biasimare. E in fondo chi da piccola non ha mai desiderato essere un po' Sara Crewe? 

La piccola principessa è senza dubbio una storia per bambine che difficilmente proporrei a un adulto a meno che non si tratti per lui di una rilettura consapevole o, come lo è stato per me, una prima lettura che fa seguito a innumerevoli visioni del film o della versione animata. Appartenendo, per l'appunto, a questa seconda categoria – e pur non sapendo trattenermi dall'osservare la storia con un certo occhio critico – devo confessare che alla fine l'avventura della piccola Sara è riuscita ancora una volta a scaldarmi il cuore e a farmi tornare per qualche giorno ancora bambina.

8 commenti:

  1. Ciao! Non conoscevo questa storia, ma ora sono curiosa di leggerla :) Concordo sul fatto che rileggere libri che abbiamo amato da bambini sia un'arma a doppio taglio..a me è successo spesso di rimanere delusa e di perdere anche i dolci ricordi legati a quella lettura..
    Buon fine settimana :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se deciderai di leggerlo fammi sapere. Anche se a tratti può sembrare un po' prevedibile o sempliciotto a mio parere non bisogna dimenticare di trovarsi davanti a una fiaba moderna, e così acquista tutto un altro valore :)

      Elimina
  2. Ciao!! Se vuoi passare dal mio blog ho pubblicato le risposte alle tue domande per il Liebster Award! Grazie ancora di avermi nominata :-)

    http://lanostrapassionenonmuore.blogspot.it/2016/10/liebster-award-parte-3.html

    RispondiElimina
  3. Ciao, ho appena scoperto il tuo blog! Ho letto questo romanzo quando ero piccola e ricordo che mi era piaciuto molto, così come il film e la serie animata! Certo, immagino che la lettura compiuta in un'età diversa susciti sensazioni diverse: io, per esempio, avevo letto da piccola Il piccolo principe e l'ho riletto l'anno scorso e, da adulta, ho saputo cogliere maggiori sfumature che prima non avevo compreso pienamente :-)
    P.s. se ti interessa dare un'occhiata al mio blog questo è il link: http://langolodiariel.blogspot.it/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao e grazie per essere passata dal mio blog :) Il piccolo principe è uno di quei libri che amo rileggere di tanto in tanto e riesco sempre a scoprirci qualcosa di nuovo, recentemente poi sono riuscita a farne innamorare anche il mio ragazzo!
      Passerò sicuramente dal tuo blog :)

      Elimina
  4. Non ho mai letto questo romanzo ma ho letto - e amato - Il giardino segreto (dovrei rileggerlo, mannaggia!)*-* La letteratura per ragazzine dell'epoca era molto didattica, in effetti, ma credo che, se la si accetta come parte integrante del quadro e senza aspettarsi un capolavoro, si riesca comunque ad avere una lettura serena, scorrevole e un po' nostalgica, di quelle che ci vogliono, una volta ogni tanto:) Adesso sono curiosa di leggermi La piccola principessa, però:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io avevo letto Il giardino segreto da piccola ed è nella lista delle mie prossime riletture :) All'epoca non sapevo neanche che l'autrice fosse la stessa ma adoravo entrambe le storie. Concordo pienamente con te sullo spirito con cui bisogna affrontare in età adulta questo genere di letture e devo dire che a me è riuscito perfettamente a far tornare bambina.

      Elimina