lunedì 16 gennaio 2017

"Harry Potter e la pietra filosofale" di J.K.Rowling

Buongiorno a tutti, lettori del blog! Mi scuso terribilmente per l'assenza prolungata dal web ma purtroppo per me l'anno si è chiuso e riaperto all'insegna di una fortissima influenza e di alcuni problemi in famiglia. Non è stato un bel periodo e ha mandato a monte tutti i miei programmi di incontri, viaggi e letture, ma finalmente sono riuscita a riprendermi quello che mi spettava e sono pronta a tornare più carica che mai!

Il periodo natalizio per me è sempre stato il periodo dei film Disney, le fiabe e le letture per ragazzi e ho cercato di fare in modo che lo fosse il più possibile anche quest'anno dedicandomi a una serie di riletture che in realtà avrei voluto concludere prima ma che cause di forza maggiore mi hanno "costretta" a portare con me nel 2017. Tra queste, vi è senza dubbio la rilettura della saga di Harry Potter che sto portando avanti con l'amore di sempre e un pizzico di nostalgia tra una nuova lettura e l'altra. Ammetto di essermi interrogata a lungo se valesse davvero la pena scrivere di questa saga che ormai non è più un'incognita per nessuno, se non fosse magari il caso di lasciar perdere e limitarmi a recensioni di nuove letture, ma alla fine ho deciso che una storia che ha fatto sognare così tante persone per così tanti anni merita sempre di far parlare di sé e, soprattutto, che io sento il bisogno di esprimere i miei sentimenti e le mie riflessioni su questa storia e di condividerli con altri appassionati. E a questo proposito, vorrei ringraziare anche Cristina del blog Athenae Noctua per la sua tenerissima recensione che mi ha spinta a fare il passo decisivo.





La mia storia con la saga di Harry Potter ebbe in realtà inizio un po' avanti negli anni, ero già all'ultimo anno delle superiori, e devo ammettere che se non fossi stata convinta da alcune conoscenti che sembravano adorare l'intera serie, mai avrei pensato di mettermi a leggere un libro che aveva tutta l'aria di essere una semplice storiella di maghetti per bambini. Ricordo ancora come fosse ieri le difficoltà, in un paese privo di librerie, nel mettere le mani sul prezioso tomo, e più l'attesa aumentava più anche la bramosia si faceva sentire, alimentata nel frattempo dalla visione dei primi due film della serie. Sono felice, quella volta, di aver dato ascolto alle mie amiche perché con la lettura di Harry Potter e la pietra filosofale mi trovai immediatamente catapultata in un mondo totalmente nuovo e affascinante che riuscì a tenermi incollata alle sue pagine fino alla fine, e da lì ebbe inizio una lunga storia d'amore che dura e continua a farmi emozionare ancora oggi.


A breeze ruffled the neat hedges of Privet Drive, which lay silent and tidy under the inky sky, the very last place you would expect astonishing things to happen. Harry Potter rolled over inside his blankets without waking up. One small hand closed on the letter beside him and he slept on, not knowing he was special, not knowing he was famous, not knowing he would be woken in a few hours' time by Mrs Dursley's scream as she opened the front door to put out the milk bottles, nor that he would spend the next few weeks being prodded and pinched by his cousin Dudley... He couldn't know that at this very moment, people meeting in secret all over the country were holding up their glasses and saying in hushed voices: "To Harry Potter – the boy who lived!"
(Mi scuso ma ho solo la versione inglese dei libri per cui le citazioni saranno tutte in inglese) 

Con il primo volume della saga facciamo la conoscenza del piccolo Harry Potter, un ragazzino dai capelli arruffati e una curiosa cicatrice sulla fronte, costretto a vivere nel sottoscala degli zii in seguito alla morte dei suoi genitori. Ma è in occasione del suo undicesimo compleanno che Harry scopre di essere diverso (o per lo meno, molto più di quanto credesse) dalla famiglia "assolutamente normale" con cui ha sempre vissuto: Harry è un mago, e da questo momento la sua vita cambierà completamente portandolo a scoprire un passato oscuro che l'ha reso inevitabilmente famoso in tutto il mondo magico, ma rivelandogli anche le meraviglie di una realtà finora sconosciuta. Sul treno per Hogwarts, in partenza dall'ormai famoso binario 9 3/4 della stazione di King's Cross, Harry si prepara al suo primo anno da maghetto, ad essere smistato in una delle quattro case in cui verranno divisi gli studenti e a fare nuove conoscenze. Ma qualcosa di molto pericoloso è nascosto tra le mura del castello e ben presto Harry e i suoi amici si ritroveranno invischiati in una vicenda più grande di loro.


Ho sempre pensato che Harry Potter fosse speciale e non solo per il valore affettivo che questa saga ha ormai assunto per me, ma perché addentrandosi in un ambito narrativo solitamente popolato perlopiù da autori maschili, la Rowling ha a mio parere saputo prendere tutti gli elementi che caratterizzano il genere fantasy e la magia e donare loro nuova vita. Certo, stiamo parlando di una saga per ragazzi e il primo libro, in particolare, è senza alcun dubbio un libro per bambini, eppure, nel suo piccolo, è diverso da tutti gli altri. Ma cosa rende questa serie così speciale? Più volte mi sono interrogata su questo punto, e queste sono alcune delle risposte che sono riuscita a darmi.

Innanzitutto, il protagonista. Ben lontano, per quanto mi riguarda, dall'essere uno dei migliori personaggi della serie, Harry rimane comunque un personaggio di facile immedesimazione. Non è particolarmente grazioso né intelligente, è uno studente mediocre, un'infinita fonte di guai, e non spicca certo per talento tra i suoi compagni, fatta eccezione per il Quidditch di cui si rivela essere un ottimo giocatore. Ma nonostante tutto ciò, è pur sempre un mago; coraggioso sì, ma anche inesperto, più fortunato che geniale, ma pur sempre un mago. Ed è questo il punto: Harry è tutto ciò che potremmo essere e, al contempo, tutto ciò che vorremmo essere.

Altro fattore a mio avviso fondamentale è che con la sua saga l’autrice non crea un mondo parallelo a quello reale che sta in qualche luogo sconosciuto e apparentemente irraggiungibile, inventa invece un mondo “altro”, completamente diverso da quello in cui viviamo, che però si interseca perfettamente con esso. I maghi vivono al fianco dei babbani, i loro autobus corrono per Londra sfilando tra le normali automobili, le loro case e i loro negozi si nascondono tra le case degli uomini comuni. Non ci si teletrasporta per andare a Hogwarts, non si passa attraverso un armadio magico, ma si prende un treno, un treno che parte da una normalissima stazione nel centro di Londra, da un binario cui solo i maghi possono accedere. Maghi e babbani, in breve, non sono mai separati gli uni dagli altri ma convivono come facciamo noi con i nostri simili. E questo sembra suggerire il messaggio che i sogni e la magia sono sempre accanto a noi, il segreto non sta nell’andarli a cercare altrove ma nell'imparare a vederli con i nostri occhi.


Interessante, infine, è anche come la Rowling proponga un confronto tra persone provenienti da mondi diversi senza additare lo strano, l’insolito, ma considerando ogni cosa normale a modo suo e nel mondo cui appartiene. La cosa risalta soprattutto in una scena che vede Ron stupirsi che le foto dei babbani non si muovano. “Che strano!” è il suo commento. E la cosa sorprendente e fondamentale è che non è Harry, proveniente dal nostro mondo, a trovare strano che le figure nelle foto si muovano, ma è Ron a considerare strano quello che noi abbiamo sempre dato per scontato. Ed è così che la Rowling ci invita a interrogarci sul diverso e a mettere in dubbio la nostra stessa "normalità". Questa scena racchiude infatti un bellissimo messaggio sempre attuale e cioè che non è il fatto di essere abituati a una cosa a renderla giusta e normale e rendere strana quella che non conosciamo: esistono punti di vista ed esperienze differenti, e tutti siamo ugualmente normali – e ugualmente strani – in base alla prospettiva attraverso la quale veniamo osservati

Un'avventura, un sogno, una storia di tutti i giorni, un insegnamento. Ma soprattutto, un posto a cui fare ritorno in qualunque momento se ne senta il bisogno perché, come disse la Rowling, "Hogwarts sarà sempre lì ad accoglierci". Tutto questo è Harry Potter, ed è questo che ne farà un classico imprescindibile della letteratura per ragazzi.

It does not do to dwell on dreams and forget to live.

13 commenti:

  1. Mi piace questa riflessione sulla prospettiva: in effetti lo stupore di Ron e del signor Weasley in merito alla vita dei babbani è uno degli elementi che rende curiosa e divertente la narrazione, propoendoci uno stravolgimento, una sorta di "mondo alla rovescia". Si potrebbe dire che a Ron si affidato il compito di rappresentare il patto narrativo, quell'artificio per cui ci lasciamo condurre dall'autore nel mondo che ha creato, anche accettando di accogliere il soprannaturale come norma e la quotidianità come una stranezza. :)

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    1. Bella questa interpretazione del personaggio di Ron, non fa che accrescere il mio apprezzamento del personaggio stesso. Penso che la Rowling sia davvero riuscita a mettere insieme molti elementi e tematiche di tutto rispetto con la sua saga, ogni volta che rileggo Harry Potter scopro sempre qualcosa di nuovo e credo che questo faccia veramente la ricchezza della sua saga.

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  2. Ciao! Sono d'accordo su tutte le tue riflessioni.
    è particolarmente bella l'idea che mondo magico e mondo "babbano" siano di fatto l'uno di fianco all'altro (per arrivare a Diagon Alley basta attraversare il bar del Paiolo Magico, per esempio). è assolutamente vero anche il fatto che Harry sia un "eroe per caso" in cui tante persone si possono identificare.
    Il primo libro di Harry Potter ci introduce ad un mondo speciale e per questo motivo, forse, resterà sempre il più magico!

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    1. Per me il primo libro della saga, pur non essendo il mio preferito, resta IL libro di Harry Potter, e quello che tra l'altro mi trovo più spesso a rileggere. L'affiancamento dei due mondi, quello magico e quello babbano, da parte della Rowling è a mio parere uno dei maggiori punti di forza dell'intera storia e mi coinvolge sempre moltissimo.

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  3. Ciao Mami, hai fatto delle considerazioni particolarmente interessanti su questo libro conosciuto un po' da tutti! Bella la concezione di un anormale al contrario, diciamo. Io, avendo letto HP da bambina, faccio un po' fatica a vedere tra le righe e a giudicarlo in maniera critica, per questo mi interessano molto le opinioni di chi, invece, ci si è approcciato dopo:)

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    1. Devo ammettere che nemmeno io alla prima lettura avevo fatto questo tipo di considerazioni, ma Harry Potter ha il potere di farmi scoprire qualcosa di nuovo a ogni rilettura e durante l'ultima questo aspetto mi ha molto colpita.

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  4. Buongiorno Martina, ho letto con molto interesse la tua analisi di uno dei libri da me più amato. Condivido infatti in particolare la tua espressione sulla "nostalgia" della lettura di questo che è ormai un classico, ogni volta che lo riprendo in mano.
    Io non riesco a distinguere i vari libri della serie, nel senso che per me i sette libri rappresentano un unicum narrativo e ormai, avendoli letti più volte, guardo ai vari personaggi nella loro evoluzione completa. Trovo meravigliosi soprattutto i personaggi secondari, tra tutti Fred e George, che amo incodizionatamente per la loro levità e il loro essere - a loro volta - così divergenti in un mondo già "divergente" di suo (rispetto al nostro, babbano): non sono solo maghi, ma anche maghi diversi da tutti gli altri maghi!
    Giganteggia poi la figura di Piton, uno dei personaggi più "veri" di cui abbia mai letto: in lui luci e ombre convivono, non è l'eroe senza macchia in cui identificarci, non è il cattivo senza speranza da usare come scusa per sentirci migliore di lui!
    Ron poi mi è sempre piaciuto più di Harry, per la sua eterna parte da secondo, da gregario, un ruolo che mi fa tenerezza e mi affascina più dello splendore della prima fila, di chi ci si trova per caso ma poi anche senza volerlo prova un sottile compiacimento nell'essere alla ribalta.

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    1. Sai, mi sembra di capire che abbiamo praticamente gli stessi gusti in quanto a Harry Potter. Anche tra i miei personaggi preferiti troneggiano infatti Ron, Piton e i gemelli, insieme a Luna che adoro. E' troppo bello vedere come tutti torniamo sempre un po' bambini quando si tratta di questa saga :)

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  5. Prendo in considerazione una delle tue osservazioni per complimentarmi per tutto ciò che hai scritto riguardo alla saga e al primo dei romanzi in particolare.
    La prospettiva e il punto di vista, la conseguente riflessione su cosa sia realmente diverso e cosa accettabile senza discussione. Anche il personaggio di Hermione è costantemente orientato verso questa riflessione, lei che sofferto per essere una Mezzosangue.
    Harry Potter è stata una grandissima saga e sono stata felice che chi l'ha ideata sia una donna. Anch'io prima o poi scriverò qualcosa a riguardo.

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    1. Ciao e grazie mille :)
      E' vero, anche il personaggio di Hermione è molto interessante da questo punto di vista, soprattutto con il progredire della storia. E' un personaggio che cresce molto ed è pieno di sfaccettature interessanti, per questo rimane uno di quelli di cui mi piace di più leggere.
      Anch'io sono felice che Harry Potter sia stato ideato da una donna, soprattutto vista la difficoltà per le donne ad affermarsi in questo particolare genere. Sarei davvero curiosa di leggere un tuo parere sulla saga, rimango in attesa di un futuro post!

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    2. Dovrò dedicarmi alacremente alla cosa. Prometto che ci sarà. :)

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  6. Sono convinta che Harry Potter sia una saga meravigliosa innanzitutto perché l'autrice è una persona meravigliosa. Ha saputo trasfondere nei suoi libri valori altissimi, ma perfettamente umani, senza risparmiare però le altrettante debolezze che, in quanto umani, ci caratterizzano. Il mondo della Rowling, e così anche il nostro, non è bianco e nero, ma con un'infinta varietà di sfumature possibili. Buoni e cattivi ovviamente esistono, ma si confondono e si mescolano in un crescendo che porta non soltanto alla crescita strutturale dei libri, ma anche a quella dei suoi lettori. Come appunto dicevi, La Pietra Filosofale è oggettivamente un libro per più piccini, ma I Doni della Morte assurge a complessità narrative incredibili. Non esiste staticità nelle storie della Rowling, e molto è ancora da scrivere e da raccontare.
    P.S. Anche io mi sto dando alla rilettura attraverso i libri illustrati della saga che escono ormai con cadenza annuale. Gli ultimi tre episodi li ho letti più di una volta, mentre i più antichi non li leggevo da tantissimo tempo. E mi sto emozionando davvero moltissimo :)

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    1. Sono perfettamente d'accordo con te, ed è per questo, a mio parere, che questa storia continua a essere amata incessantemente da bambini e adulti. E sempre questa abilità dell'autrice è riuscita non solo a farle ideare personaggi iconici, ma anche alcuni tra i cattivi migliori di cui abbia mai letto (non sono mai stata un'amante dei cattivi in generale, ma Voldemort rimane uno dei miei personaggi preferiti di sempre!).
      Bellissimi tra l'altro i libri illustrati, li desidero da troppissimo ma trattiene sempre il prezzo.

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