venerdì 19 agosto 2016

"The White Queen" di Philippa Gregory



Un genere letterario che ho recentemente imparato ad apprezzare è senza dubbio la fiction storica, in particolare se dedicata alle storie di famose e intriganti regine del passato. (Ok, diciamo pure che ultimamente è diventata un po’ un’ossessione che mi ha portata a riempire la mia libreria di nomi quali Philippa Gregory, Alison Weir e Kate Quinn)
Philippa Gregory, in particolare, è un’autrice che conta numerosi consensi ma altresì altrettanti dissensi fra le file dei lettori e questo per la sua tendenza a manipolare la storia, a non attenersi rigidamente alla verità storica dei fatti ma a condirli con leggende e la narrazione in prima persona delle sue numerose eroine. Quest’ultimo fattore in particolare ha la caratteristica di dar voce alle donne del passato, di mostrarci gli avvenimenti, e le terribili ingiustizie subite, attraverso i loro occhi, arricchendo la narrazione di una chiara impronta femminista. Personalmente, adoro lo stile e la prosa della Gregory e trovo la sua scelta narrativa oltremodo interessante: da una parte, perché permette al lettore di immedesimarsi nelle sue protagoniste e nella vita cui erano condannate in un’epoca in cui il femminismo, di certo, non esisteva ancora e le donne non erano considerate che uno strumento di potere da far fruttare attraverso i matrimoni per dar vita a succose alleanze; dall’altra, perché sebbene le sue storie siano condite da un’impronta decisamente di fiction la ricerca storica alla base è senza dubbio molto approfondita e non vedo nulla di sbagliato nell’aggiungere elementi di fantasia a un’opera che è sì storica, ma è anche e soprattutto fiction.


Passando all’opera in questione, The White Queen è il primo volume della serie intitolata The Cousins’ War e dedicata alle donne della Guerra delle due rose che vede protagonisti gli scontri fra le famiglie rivali dei Plantageneti nell’Inghilterra del XV secolo: gli York e i Lancaster.
The White Queen, in particolare, narra la storia di Elizabeth Woodville – madre dei tristemente noti Principi della torre e futura nonna materna del forse più celebre Enrico VIII – una giovane donna che, alla morte del marito sostenitore dei Lancaster, grazie alla sua bellezza, forza d’animo e determinazione riesce a diventare moglie di Edoardo IV di York e Regina d’Inghilterra. Non sa però che mantenere la sua posizione e proteggere la sua famiglia le costerà immenso dolore e un grande coraggio. Tra omicidi, insidie e tradimenti, Elizabeth, donna e madre prima ancora che regina, si ritroverà tutta sola a combattere per i propri diritti e la difesa dei suoi figli.

Un ritratto di Elizabeth Woodville
There is a part of me, young woman that I am, that wants to run inside and fling myself on my bed and cry myself to sleep. But I don’t do that. I am not one of my sisters, who laugh easily and cry easily. They are girls to whom things happen; and they take it hard. But I bear myself as more than a silly girl. I am the daughter of a water goddess. I am a woman with water in her veins and power in her breeding. I am a woman who makes things happen: and I am not defeated yet. I am not defeated by a boy with a newly won crown, and no man will ever walk away from me certain that he won’t walk back.

La narrazione ripercorre tutta la storia di Elizabeth dal suo incontro con Edoardo IV al leggendario (e profondamente romanzato) incidente dei Principi della torre e all’imminente prospettiva di matrimonio tra la figlia Elizabeth ed Enrico VII, figlio della rivale Margaret Beaufort ed erede dei Lancaster. La Elizabeth Woodville descritta da Philippa Gregory non è una regina perfetta e infallibile ma come ogni essere umano ha le sue debolezze e commette i suoi errori: il suo personaggio è portato in scena prima di tutto come una donna e una madre, non una regina, e ogni sua azione è mossa o fortemente influenzata – ma non per questo giustificata – dall’amore che nutre per i suoi figli. Certo, trattandosi di avvenimenti realmente accaduti il libro lascia ben poco spazio a eventuali sorprese, nondimeno la splendida prosa della Gregory riesce a trasportare il lettore tra le pagine, a coinvolgerlo nelle vicende della sua protagonista, a commuoverlo ed emozionarlo, a fargli rivivere la nota storia come se la stesse leggendo per la prima volta. Questo grazie anche alla magistrale caratterizzazione che l’autrice fa della sua protagonista e al continuo parallelismo con Melusina, creatura leggendaria – per la precisione, una fata dell’acqua dal corpo di donna ma con la coda di pesce o di serpente – che sposa un umano a patto che le permetta una volta a settimana di rimanere da sola senza essere vista. L’uomo infrange il tabù spiando la donna e rimane disgustato dalla sua vera natura. Questa sua bravata condannerà egli alla rovina e Melusina a rimanere una sirena per sempre.

Una rappresentazione della leggenda di Melusina a opera di Julius Hubner

La leggenda della dea Melusina, storicamente legata alla famiglia di Elizabeth, prosegue in parallelo alle vicende della protagonista, legandosi e intrecciandosi al loro svolgersi e donando alla narrazione un’atmosfera al contempo drammatica e fiabesca. 

She is not a boy though she is weak like a boy, nor a fool though he has seen her tremble with feeling like a fool. She is not a villain in her capacity to hold a grudge, nor a saint in her flashes of generosity. She is not any of these male qualities. She is a woman. A thing quite different to a man. What he saw was a half-fish, but what frightened him to his soul was the being which was a woman.

Trovo che le donne della storia siano troppo spesso dimenticate in favore degli uomini che hanno fatto la guerra e, con questa, conquistato nuovi territori e difeso i loro regni. Ma sedere fra le mura domestiche, circondate dall’amore dei propri figli mentre i mariti sono sul campo di battaglia, spesso richiede molto più coraggio che prendere in mano una spada e lanciarsi all’attacco: è il coraggio di sopravvivere, di difendere la propria famiglia, di non lasciarsi schiacciare da chi sarà sempre lì, immediatamente pronto a volgere la situazione a proprio favore. Troppo spesso ci dimentichiamo che la forza non è solo quella fisica e che molto spesso la forza psicologica richiede molto più coraggio. Philippa Gregory, attraverso i suoi romanzi, fa proprio questo: concede il dovuto spazio alle donne “dimenticate” della storia, porta in primo piano le loro personali battaglie e dona loro lo spazio che meritano.
The White Queen è un ottimo esempio di questo intento da parte dell'autrice e, molto probabilmente, Elizabeth Woodville è una delle protagoniste più affascinanti e interessanti che potesse scegliere per dare inizio a una saga che fin dall’inizio sembra promettere molto bene. Personalmente ho adorato questo libro e la storia della Regina Bianca continua ad appassionarmi anche dopo averlo riposto sulla libreria: una donna che da semplice popolana è riuscita a salire al trono d’Inghilterra e che, quando le è stato strappato con il tradimento, ha lottato con ogni mezzo in suo possesso per proteggere i suoi figli ma senza mai rinunciare alla sua dignità.



Per chi fosse interessato, The White Queen esiste in traduzione italiana con il titolo La regina della rosa bianca. Dal libro è stata inoltre tratta una celebre serie tv in dieci episodi trasmessa dalla BBC e con Rebecca Ferguson nei panni di Elizabeth.

4 commenti:

  1. Philippa Gregory mi incuriosisce da un po', solo che il romanzo storico fa per me fino a un certo punto. Nel senso che mi intriga sulla carta ma poi, quando inizio a leggerlo, mi blocco sempre. Forse perchè non sono esperta, non lo so. In ogni caso, la tua recensione mi ha molto incuriosita, magari vedo se trovo qualcosa di suo in biblioteca:)
    In caso, avresti dei bei libri storici (o di fiction storica, come in questo caso) da consigliarmi?

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    1. Io invece da un po' di tempo mi sto appassionando alla storia (si ringrazia per questo Alberto Angela e i suoi bellissimi libri su Roma e Pompei!) e l'amore per la fiction storica ne è una diretta conseguenza, anche se in realtà fin da piccola ho sempre avuto la passione per i vari film su Sissi, Maria Antonietta e compagnia bella. Trattandosi però di una passione veramente molto recente ho letto davvero pochissimo in merito e anche se in casa sto collezionando un discreto numero di opere di vari autori li devo ancora leggere quasi tutti. Personalmente consiglierei Philippa Gregory perché, oltre al fatto che adoro il suo stile, non si attiene rigidamente ai fatti storici (come fa per esempio Alison Weir, che trovo comunque fantastica!) ma attraverso piccole aggiunte, leggende e via dicendo riesce a far sembrare i suoi romanzi più di fiction e meno storici (anche se in realtà sono sempre molto accurati). Uno dei suoi libri più amati è The Other Boleyn Girl (credo esista anche in italiano) che anche a me è piaciuto molto, ma forse gli ho preferito The White Queen che ho trovato più intrigante per via della leggenda di Melusina e di riferimenti alla magia che rendono il tutto un po' fantasy/fiabesco :)

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  2. Di Philippa Gregory ho letto solo "L'amante della regina vergine" e devo dire che mi è piaciuto molto. In realtà ho cominciato solo di recente a leggere romanzi storici quindi non so ancora bene come muovermi, ho letto nel commento precedente che consigli anche Alison Weir, me la segno! Elisabetta è una regina che mi ha sempre affascinata ma mi piacerebbe sapere di più sulla storia di Anna Bolena

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    1. Anch'io ho iniziato relativamente di recente a leggere romanzi storici, e non ne ho letti ancora moltissimi, ma è un genere che mi ha subito conquistata! D'altronde fin da piccola ho sempre amato i vari film su Sissi, Maria Antonietta e compagnia bella, quindi non poteva essere altrimenti. Anna Bolena è una delle regine che mi affascinano di più anche se finora su di lei ho letto solo "The Other Boleyn Girl" (sempre della Gregory) che è in realtà incentrato su sua sorella. Ma è stato scritto il mondo su di lei e, tra l'altro, l'anno prossimo dovrebbe uscire un romanzo proprio di Alison Weir su di lei :)

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