martedì 5 luglio 2016

A proposito di letteratura femminile…

Una donna con un libro: la più forte combattente e tra le sue mani l'arma più potente.

Salve a tutti miei adorati (futuri?) lettori e benvenuti su Biblioteca al femminile, un blog che ho deciso di dedicare alla mia passione per la lettura, e al mio interesse per la questione femminista e l’universo femminile. E soprattutto, un blog che ho deciso di regalarmi per la mia laurea (che è stata proprio ieri, festaaa!), nella speranza di aver sempre un luogo in cui continuare a discutere le tematiche e gli argomenti che mi stanno particolarmente a cuore. Per il momento è solo un piccolo germoglio nel fin troppo vasto universo internettiano, ma spero di crescerlo con tutto il mio amore e un giorno di poter guardare con orgoglio al bellissimo frutto del mio impegno e della mia passione.

Per oggi, per inaugurare Biblioteca al femminile, ho scelto di discutere un tema che riguarderà da vicino la natura e il contenuto di questo blog e di introdurlo con una domanda che considero lecito e doveroso porsi: 

È corretto parlare di letteratura femminile?

Personalmente non credo nella letteratura femminile come genere perché la definizione non ci dice nulla del libro che abbiamo fra le mani, della sua storia o dei suoi personaggi. Non ci dice niente nemmeno dell’autrice, si limita solo a definirne il sesso. Reputo inoltre l’accezione di letteratura “femminile”, utilizzata come genere (e credetemi che esistono librerie in giro per il mondo che, ancora oggi, hanno intere sezioni dedicate alla “letteratura femminile” dove raggruppano insieme opere di ogni forma, colore e sostanza accomunate dal solo fatto di avere come autrice una donna!), un termine discriminante, poiché nato in un contesto in cui l’arte e la cultura erano considerate prerogativa maschile e le donne venivano relegate ai margini del mondo letterario.

La celebre poetessa giapponese del XI secolo, Izumi Shikibu.

Concordo sul fatto che in linea generale, seppur con le dovute eccezioni e le numerose caratteristiche individuali, uomini e donne possano essere dotati di una diversa sensibilità – o forse è meglio parlare di un diverso istinto – in parte dovuta anche ai rigidi canoni culturali imposti dalle nostre società. Dopotutto, siamo di fatto biologicamente diversi, su questo credo ci sia ben poco da obiettare, e credo che, come ogni cosa, anche questo fattore giochi un po' la sua parte. Penso però che ci siano tanti modi di fare letteratura quante sono le donne esistenti al mondo, e che lo stesso valga per gli uomini. Non è il sesso dell’autore a decretare il genere di un libro: un giallo appartiene alla categoria dei gialli, un fantasy ai fantasy, una commedia alle commedie, e questo indipendentemente dal sesso del suo autore. Per questo trovo utilizzare la dicitura “letteratura femminile” come indicazione di genere letterario non solo errato, ma anche biasimevole e sessista.

Pertanto ci tengo a precisare che Biblioteca al femminile non vuole essere un blog sulla letteratura “femminile” ma sulla letteratura “al femminile”, dove la donna è al tempo stesso autrice (perché in un mondo in cui il suo editore propone a J.K. Rowling di pubblicare Harry Potter utilizzando uno pseudonimo maschile così “venderà di più” è ancora necessario promuovere e diffondere le opere di autrici femminili!) e protagonista, e quando è protagonista il sesso del suo autore non ha più alcuna importanza. Per questo, la dicitura “Narrativa al femminile” che titolerà una delle rubriche del blog non vuole intendere quel “femminile” come un genere letterario, ma indicare che, indipendentemente dal genere, tratterò unicamente opere di autrici femminili; allo stesso modo in cui, nel caso opposto, avrei fatto con il termine “maschile”.

E allora me lo dico da sola: buona avventura, Biblioteca al femminile!

4 commenti:

  1. Ciao, Martina! Interessante la tua prospettiva nella scelta dell'impostazione del blog, ti seguirò sicuramente (da femminista, da lettrice e da aspirante autrice, nonché da docente costantemente in lotta con i canoni didattici che relegano la produzione letteraria delle donne a poche pagine. Sono d'accordo con te sull'errore (di cattivo gusto, ma anche segno di una mentalità ancora retrograda) di ritenere la narrativa femminile un vero e proprio genere, anzichè parlare di libri scritti da donne e libri scritti da uomini, ciascuno, come dici tu, con le proprie particolarità. Spesso, dietro a questa spiacevole etichetta, si celano grandi libri che, però, ne sono gravati al punto che non riescono ad imporsi come classici... ma avremo modo di parlarne diffusamente, immagino! Buona avventura anche da parte mia e congratulazioni per la laurea! Cristina :)

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    1. Ciao e grazie per il commento :) Seguo il tuo blog da diversi mesi ma sono stati mesi terribili e non ho mai avuto tempo per fermarmi a commentare, mi auguro che d'or in avanti le cose cambieranno!
      Per quanto riguarda questo blog, sono felice che l'idea ti piaccia. Sono ancora inesperta nello scrivere recensioni e ho ancora molto da imparare come blogger, ma pian piano spero di poter fare progressi e costruire questo blog proprio come vorrei che fosse. :) Grazie della visita e dell'incoraggiamento!

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  2. Ciao, benvenuta! Trovo interessantissima la tua idea, e molto ben esposta. Non vedo l'ora di leggere altre tue recensioni/rubriche, perchè si prospetta un blog assolutamente in linea con i miei gusti:) Solo una cosa: mi piacerebbe iscrivermi ma non trovo il pulsante dell'iscrizionexD Lo so, sono impedita...
    Comunque, congratulazione per la laurea!
    A presto:)
    Virginia

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    1. Ciao, e grazie per essere passata di qui (mi scuso anche per il ritardo nella risposta ma ero in vacanza)! Sono felice che ti piaccia l'idea del mio blog e spero di riuscire a portarlo avanti al meglio, sono ancora abbastanza inesperta per cui non escludo possibili strafalcioni ma sono decisamente appassionata e farò del mio meglio per migliorarlo sempre più. Grazie mille e a presto!

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